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Spesso le storie più belle nascono quasi per caso, forse un po’ per gioco. Come quella di TOMMI, videogioco realizzato in realtà virtuale e dedicato ai pazienti degli ospedali, progetto di punta della start up in salute digitale Softcare Studios. Era il 2016 quando Valentino, Bruno, Cristian, Gianfranco e Chiara, amici da diverso tempo, videro casualmente la pubblicità dell’hackathon di 24 ore organizzato da Merck – azienda tedesca leader nel settore farmaceutico – a Roma. I cinque amici, ognuno con le proprie competenze in ambito farmaceutico, ingegneristico e informatico, decisero di partecipare con il loro progetto ancora in fase embrionale, TOMMI. Una decisione presa a caldo, ma che fruttò ai cinque giovani talenti l’accettazione nel percorso di accelerazione di Merck in Germania. Un periodo intenso e formativo, che permise loro, una volta tornati in Italia, di portare a compimento il loro progetto, fondando nel 2017 la start up Softcare Studios.

Softcare Studios team

Il team dei co-founder di Softcare Studios

Da Milano a Londra

Dall’Italia di nuovo all’estero, prima a Houston al Texas Medical Center e a Copenaghen nel 2018, e infine a Londra nel 2019, dopo esser stati selezionati per il Global Start Up Program lanciato dall’ICE: TOMMI viene infatti scelto tra centinaia di progetti diversi grazie al suo “impatto positivo sul mondo”. Il gruppo trascorre quindi un lungo periodo a Londra, fino al novembre 2019, durante il quale entra in contatto con il network locale di aziende, partner e ospedali. Il progetto è ormai decollato, e ogni giorno si arricchisce di nuovi elementi che lo rendono sempre più vicino alle necessità dei pazienti negli ospedali.

“Dal 2017 all’inizio del 2019 ci siamo concentrati sullo sviluppo del progetto” racconta Valentino Megale, PhD in neurofarmacologia, tra i fondatori di Softcare Studios “puntando a migliorare l’aderenza alla terapia dei pazienti e agevolare il lavoro dei medici”. L’obiettivo è ridurre stati di ansia, stress e dolore proprio grazie all’immersione nella realtà virtuale. “Per i pazienti, soprattutto quelli oncologici, la possibilità di evadere virtualmente dall’ambiente ospedaliero si rivela molto importante sul loro umore” continua Megale; “in questo senso offriamo loro spazi diversi di interazione, educandoli ad una progressiva riduzione dello stress”. Un obiettivo fondamentale, che unisce il momento ludico al benessere psicologico, soprattutto quello dei pazienti di oncologia pediatrica: situazioni in cui spesso i bambini vivono una condizione di stress e di dolore da cui è difficile allontanarsi, anche solo con la mente.

La collaborazione con i genitori dei pazienti

“Ovviamente” spiega Valentino “esistono già delle attività per coinvolgere i piccoli pazienti e distrarli, ma sono attività connesse all’ambiente ospedaliero: il bambino continua a vedere gli altri pazienti, i medici, gli infermieri e i suoi genitori. Ecco che allora, in queste situazioni in cui non si può uscire dall’ospedale, la realtà virtuale diventa una reale opportunità per offrire orizzonti più ampi, in grado di coinvolgere anche i genitori”. Tra le attività dello scenario di TOMMI, infatti, è prevista anche la collaborazione proprio dei genitori per raggiungere i risultati del gioco, in modo che i bambini non siano isolati e, anzi, siano stimolati a comunicare con la famiglia. “Il nostro obiettivo è aiutare bambini e genitori a superare rispettivamente i ruoli di pazienti e controllori, per ritrovare così tempo e spazio per una comunicazione più spensierata e non legata esclusivamente alla sfida della terapia.

Da quel lontano 2016 molte cose sono successe: nel 2019, dopo i primi test ospedalieri e con il rilascio della prima versione commerciale del prodotto, TOMMI è arrivato negli ospedali e attualmente è presente in ben sei strutture italiane – tra cui il San Gerardo di Monza e il SS. Annunziata di Taranto.

TOMMI Ospedale San Gerardo Monza

TOMMI utilizzato al San Gerardo di Monza

Una nuova versione durante il lockdown

La passione di Valentino e dei suoi amici – tutti co-founder di Softcare Studios – non si è però fermata, e durante il lockdown li ha portati a ultimare la nuova versione di TOMMI. “Mai come quest’anno, durante una pandemia mondiale, è necessario ripensare all’utilizzo di questo dispositivo in termini di sicurezza; mai come quest’anno, però, l’assistenza sanitaria non si può interrompere” conclude Valentino. “Questa sempre maggiore consapevolezza delle possibilità del digitale ci permetterà di dialogare sempre meglio con il nostro target, realizzando attorno al paziente un’esperienza customizzata sulle sue esigenze specifiche”.

Perchè la realtà virtuale, usata nell’assistenza sanitaria, può davvero fare la differenza nella cura psicologica di un paziente, indipendentemente da dove siamo e con chi siamo. Era proprio quello che pensavano Valentino, Cristian, Gianfranco, Chiara e Bruno in quel lontano 2016, quando decisero di partecipare all’hackaton di Roma. Un po’ per caso, forse un po’ per gioco.

TOMMI Ospedale Regina Margherita Torino