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“Siamo civic hacker, attiviste e attivisti digitali che stanno cercando, insieme, soluzioni a una comunità in sofferenza”: in queste poche battute c’è tutto lo sforzo, il talento e lo spirito di Covid19Italia.help, una piattaforma non profit coordinata, appunto, da un centinaio di volontari che, insieme ad ActionAid e a Slow News, in questa tumultuosa emergenza sanitaria sta facendo incontrare richieste d’aiuto con chi è disposto a darlo, verificando l’attendibilità di ogni notizia pubblicata.

alcuni attivisti 1

“Il progetto è stato lanciato il 12 marzo 2020 e da allora è volato. Operiamo ininterrottamente, lavoriamo su una quantità mostruosa di informazioni. Siamo partiti in una sessantina, ora siamo un centinaio: nel gruppo ci sono programmatori, designer, data scientist, comunicatori, giornalisti, organizzatori civici, imprenditori e anche dipendenti pubblici. Lo scopo di tutti noi è mettere insieme in modo coordinato informazioni utili relative all’epidemia”, racconta Gabriele Cruciata, uno dei civic hacker impegnati sul progetto e che è anche freelance reporter. “Fondamentalmente aggreghiamo, verifichiamo e diffondiamo notizie, da una parte per fare sapere alle persone chi contattare per aiuti, documenti ufficiali, servizi disponibili, normative e, dall’altra parte, per fare sapere come dare una mano grazie a iniziative solidali, offerte d’aiuto, raccolte fondi e molto altro. Tutto è sempre georeferenziato”.

 

Che cosa si trova sulla piattaforma

Su Covid19Italia.help vengono per esempio “matchate” richieste e offerte d’aiuto per costruire lezioni didattiche on line o per consegnare spesa e farmaci ad anziani e malati chiusi in casa, ma si trovano anche task force per lavoratori e imprese, come il team di informatici disponibile ad aiutare le aziende a perfezionare lo smart working dei dipendenti o la squadra di avvocati che si offre per consulenze a chi è in panne con il lavoro, mentre un’area svela la mole di fake news che monta intorno al Corona-virus. “Una delle caratteristiche a mio avviso più interessanti di Covid19Italia.help è che si basa sul principio di comunità e di solidarietà online: di fatto è comunità che aiuta e che si aiuta utilizzando internet. Nello specifico, le segnalazioni vengono raccolte attraverso il sito, vari social e fonti informative, poi vengono validate e messe online a disposizione di tutti”, racconta ancora Gabriele Cruciata.

ritratto di gabriele

A offrire aiuto sono cittadini e squadre di professionisti, associazioni navigate e gruppi di amici, ragazzi che si mettono a disposizione, qualunque cosa sia necessaria. Gente che contribuisce inviando denaro, serva per l’acquisto di un ventilatore polmonare in un ospedale o per la sanificazione di una casa di riposo, così come per una campagna su scala nazionale. “A titolo personale, posso dire che questa attività di volontariato mi sta facendo scoprire un lato bellissimo e solidale dell’Italia, quella parte del Paese che usa Internet per fare rete e comunità, per sostenersi durante un momento davvero difficile. Onestamente non mi aspettavo così tanti progetti solidali, né così tante persone disposte a lavorare intensamente per portare aiuto: mi ha dato speranza nel Paese e nell’umanità”.

Tutto in Open Source

Peraltro, tutte le componenti software che i volontari sviluppano sono rilasciate con una licenza Open Source, che dunque ne permette il riuso e ne promuove lo sviluppo in modo pubblico e i dati raccolti e prodotti vengono pubblicati e tenuti aggiornati sotto forma di Open Data. Laddove servisse, poi, tutta l’infrastruttura è ri-utilizzabile da organizzazioni, associazioni, gruppi informali ed anche pubbliche amministrazioni che avessero bisogno di un servizio da attivare per rispondere all’emergenza Covid-19.

Già prima di sbocciare on line, Covid19Italia.help aveva conquistato un record, in velocità ed efficienza: pensata da un pugno di volontari l’8 marzo, la piattaforma era già operativa per la raccolta delle primissime informazioni quattro giorni dopo, inclusi tutti i canali social schierati. “Una rapidità simile è stata possibile anche dal fatto che molti di noi avevano fatto esperienza con il progetto Terremotocentroitalia.info, che ha dato una grande mano alle persone e alle comunità coinvolte nei terremoti del 2016-2017: su Covid19Italia.help, infatti, ne abbiamo riusato il software e ne abbiamo rimesso in atto i processi organizzativi. Ora cerchiamo nuovi volontari, perché il lavoro da fare è tantissimo. Sono assolutamente benvenute figure come sviluppatori, social media manager e giornalisti, così come chiunque abbia voglia di “sporcarsi le mani” con lavori più semplici, come la formattazione dei testi, che non può essere affidata a BOT”.

 

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