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Tutto è iniziato come un gioco. Pietro Bartoloni, 15enne romano, all’epoca andava ancora alle elementari.  E il pomeriggio, di ritorno da scuola, usava una lavagna appesa in casa per raccontare alla nonna paterna cosa avesse imparato a lezione a scuola. Nonna Marisa, oggi 87enne, è diplomata in Ragioneria e ha un passato come ballerina. Già allora era affetta da Alzheimer, e il nipotino la aiutava così a tenere fermi i concetti, a non dimenticare il mondo intorno a sé. “In prima media era diventato un impegno” spiega Pietro a Startupitalia. E anche un modo per comunicare, “perché al di fuori delle nostre lezioni i discorsi si fanno più difficili”. Così, ora che Pietro è al primo anno di liceo classico, gli appuntamenti didattici sono diventati settimanali, trasformando quell’abitudine nata per caso in una sorta di scuola casalinga, con tanto di esercizi, verifiche, voti e pagelle di fine quadrimestre.

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La malattia così non peggiora

Quell’allenamento mentale ha avuto un effetto terapeutico sulla salute della nonna. Negli anni “di sicuro non è peggiorata” assicura il nipote, la cui dedizione non è sfuggita alla dottoressa che ha in cura la donna. E che dell’anziana ha potuto constatare la vivacità intellettuale proseguita nel tempo. Proprio lei ha voluto candidare il ragazzo a Alfiere della Repubblica, onorificenza conferita a Pietro lo scorso aprile. “Lo stesso medico curante ha registrato la singolarità e sottolineato il valore di questi risultati positivi” si legge nella motivazione ufficiale, “attribuendone il merito alla tenacia del giovane Pietro e al modo con il quale è riuscito a interpretare la solidarietà tra generazioni“. La reazione del ragazzo è stata di grande felicità. “Non ne sapevo nulla”  racconta, “sono arrivati i miei genitori con il telefono: dall’altra parte c’era il Quirinale che mi leggeva il motivo del conferimento”.

 

“Ha imparato a usare l’iPad”

La tecnologia all’inizio ci ha messo del suo. “All’inizio usavamo anche l’iPad”, uno strumento con cui Marisa aveva piano piano cominciato a impratichirsi. “Aveva avuto una caduta ed era finita in ospedale”, e il tablet li aveva aiutati a andare avanti con il programma. Con gli anni poi è stato accantonato. “Preferisco che prenda carta e penna e scriva, che si eserciti così” prosegue Pietro. Lo scoppio dell’epidemia ha di nuovo richiesto di affidarsi ai computer. “Ci siamo visti tramite Classroom”, la piattaforma usata per la didattica online. Salvo poi riprendere gli incontri dal vivo, “mantenendo sempre la distanza di sicurezza”, appena scattato l’allentamento delle misure restrittive lo scorso 4 maggio. Il calendario adesso è fittissimo. Pietro le dedica almeno un’ora al giorno, “quando i compiti a casa lo consentono”.

 

La matematica il tallone d’Achille

Si concentrano sulla matematica, il tallone d’Achille di Marisa, che ultimamente – fa sapere Pietro – ha preso qui un’insufficienza. E poi c’è l’italiano. “Io le propongo la traccia e lei svolge dei temi”. Uno dei titoli è stato “Il momento più felice della tua vita”. Marisa ha ripercorso il suo debutto sul palcoscenico, la grande paura prima di iniziare e poi il sentirsi a proprio agio. “Ha meritato un sette” dice Pietro. E ancora, ci sono il greco, su cui l’anziana ha qualche difficoltà. E il latino, “che invece ricorda, avendolo studiato alle medie”. Si fanno versioni e esercizi. Pietro li invia tramite la piattaforma Classroom, il nonno aiuta la moglie a scaricarli da Internet. Ed è a lui che ci si rivolge anche per i colloqui sui risultati “scolastici” della donna.

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Tutta la famiglia dà una mano

Le lezioni a nonna Marisa sono diventate un affare di famiglia. A collaborare adesso sono anche i fratelli di Pietro, “la sorella con l’inglese ogni sabato”. E poi il piccolo di quinta elementare, che “dà lezioni di cittadinanza”. E ancora una cuginetta, “che insegna musica”. Pietro resta il referente del resto delle materie. A scuola, il liceo Tasso, una delle più selettive di Roma, è bravo, ha la media del sette. Chissà che l’insegnamento non sia il suo futuro.